Eres Design presenta il “Ritratto Spirituale”, opere di Bruno Toro, un’eccezionale ricerca dell’anima di ogni individuo,
spesso offuscata dai ritmi del consumo e della materialità.
Venerdì 10, in presenza dell'artista Bruno Toro, saranno presentati i suoi quadri dall'inconfondibile stile e intensità.
Sarà possibile ammirare le opere di Bruno Toro presso Eres Design a partire da venerdì 10 giugno, giorno in cui si saluterà l'inizio di questa mostra con un divertente vernissage in via arenella 94, a partire dalle ore 18:30.
Vi aspetto numerosi!
IL RITRATTO SPIRITUALE
Il ritratto spirituale si basa sull'indagine della persona.
In un periodo in cui le responsabilità del disagio vengono addossate alla mancanza di lavoro o di denaro, ritengo che le cause della crisi siano altrove.
Il ritratto spirituale si propone di contribuire al recupero dello spirito, più frequentemente definito "anima".
I malesseri del nostro secolo sembrano indecifrabili, perché nascono in
luoghi ricchi, opulenti, in cui poco si sperimentano i drammi concreti,
quali la fame o la guerra.
La presenza del bene materiale, per molto tempo, ha convinto che la felicità fosse conseguita.
Eppure qualcosa non va! Spesso ci capita di sentirci felici, eppure a
disagio, e ricorriamo a spiegazioni razionali che tranquillizzano ma non
risolvono.
Non credo di esagerare definendo la nostra epoca come quella della "felicità senz'anima".
Noi possiamo dimenticare l'anima, lo spirito, ma lo spirito non dimentica noi!
Si fa vivo, se trascurato, facendo rumore e presentandosi in vesti oscure e sotto forma di "malessere moderno".
La gravità delle sue manifestazioni sono funzionali al livello di dimenticanza dell'anima.
Lo spirito è come un bambino: pronto a scalciare, ma anche pronto ad offrire amore eterno, se ben nutrito.
Con il ritratto spirituale ci si allontana dall'immagine tecnica: i
volti sono riconoscibili, ma il fulcro del quadro è nei simboli che lo
circondano.
Questi rappresentano la forza motrice della persona: i
desideri, i sogni, la sua bellezza nascosta, ma anche il suo dolore e le
frustrazioni antiche.
Emergono una donna fiera e legata alle
sue radici, un'adolescente che lotta per crescere seguendo il suo sole,
una giovane che, a dispetto degli ostacoli, manifesta un alto stato
vitale.
Così vedo lo spirito, nel bene e nel male. Non fa paura, perché segue gli stessi principi della vita.
Questo, infine, credo che sia il fine dell'arte : comunicare vita, più che distrarre dalla durezza della vita.
BRUNO TORO
Bruno Toro espone disegni per la prima volta durante il liceo,
all'interno del suo stesso istituto, il classico Jacopo Sannazzaro. La
sua passione è legata ai fumetti satirici, con particolare attenzione ad
Alan Ford ed Andrea Pazienza.
Durante l'università di
conservazione dei beni culturali, in cui si laurea nel 2000 con
specializzazione in antropologia culturale, collabora con i fratelli
Mazzella nell'allestimento mostre e copie di quadri classici,
sviluppando l'apprendimento tecnico.
Dopo la laurea si trova
spesso all'estero: Stati Uniti, Cuba, Spagna, ed assorbe il colorismo
dei muralisti Messicani, ricercando la fusione con il surrealismo
Europeo.
Nel 2001 attraversa una forte esperienza di vita nella
Riserva Indiana di Rosebud, South Dakota (USA), dove si arricchisce
della potentissima, quanto sconosciuta pittura dei Nativi Americani.
Nel 2002 si stabilisce per un lungo periodo a Madrid, e partecipa al
"XIV certamen de pintura rapida", nel famoso parco del Retiro ed espone
presso la birreria Basca "Lamiak", sita nel quartiere de La Latina,
ricavando una pubblicazione sul "Mundo", inserto settimanale del
quotidiano nazionale "el Paìs".
Di ritorno a Napoli, decide di
restare. E' presente alla Galleria Principe di Napoli, sala Gemito, sul
tema "Artisti Napoletani per la pace", in cooperazione con l'UNICEF.
Partecipa al movimento di rinnovamento culturale 2111, fruendo di aree
"inusuali", quali centri commerciali, o gradinate urbane nei pressi di
via dei Mille. I suoi quadri saranno anche nei corridoi delle Terme
nuove di Stabia, nella collettiva che ne augurò la riapertura nel 2005.
La sua attività si espande al teatro, in piccole compagnie amatoriali
prima, in laboratori sperimentali poi. Si lascia coinvolgere dal teatro
spirituale di Grotosky, seguendo il laboratorio esperienziale
"Camarillo brillo", di Antonio Cicerone, da cui esce come autore dello
spettacolo "Fantasie precarie", registrato da quotidiani locali e
nazionali.
Attualmente vive nel centro di Napoli; lavora come
guida turistica della regione Campania in lingua Inglese e Spagnola; il
che gli rende possibile mantenere la comunicazione con luoghi lontani; è
padre di un figlio di nove anni, con cui condivide "il gioco del
colore", e continua a coltivare i suoi sogni, legati ai percorsi
teatrale e pittorico.
Non ha intenzione di svegliarsi.